FIUMI DI….Patouà! Toponimi lungo le rive del Pèlis

Lo scorrere delle acque attraversa, tra le altre cose, numerosi toponimi caratteristici, soprattutto in media e alta valle, ove i comuni vantano radici salde ancorate alle minoranze linguistiche storiche francese e patouà.

Quanto a “Lago Lungo” potrebbe tranquillamente concludersi che nomen omen, la denominazione racchiude in sé il suo significato.

Più particolari sono Pian Sineive, conca in pendenza che spesso in passato era avvolta da nevai anche estivi, e Partia d’Amunt e d’Aval che sono ai due margini della Conca del Pra.

Nuovamente comune e facilmente intuibile il toponimo del Pis, italianizzato in Urina, che accompagna la Comba del Pis, il Rio del Pis e la Cascata del Pis.

Con il Mirabuc, ove sorgeva l’ominimo forte, si è ipotizzato la connessione con le capre “i bouc o buc” in quanto luogo panoramico ove pascolavano le greggi.

Case Brunel, appena sopra l’abitato di Villanova, parrebbe riferirsi al nome di proprietari di tali appezzamenti. La stessa Villanova, inoltre, vede probabilmente il toponimo derivare dalla posteriorità di tale concentrico rispetto a quello a valle di Bobbio Pellice.

Discendendo, si incontrano gli Eyssard, i Cairus e i Rostagni, probabilmente figli dei nomi di antichi possidenti delle abitazioni della borgata.

La Ferrera vede molte analogie con toponimi di zone prative.

Più particolari il Malbec e il Malpertus che sembrano indicare, quasi in modo spregiativo, dei connotati negativi del sito, probabilmente poco ambito per via delle poche ore di sole durante buona parte dell’anno.

A ridosso del Cruello si incontra la borgata Cestel e anche qui il toponimo, Cestel, Ciastel, Castello, va a significare l’effettiva esistenza del Castello dei Bigliori, di cui rimangono molti resti sul poggio roccioso limitrofo.

Sulla località Payant si sono spesi fiumi di parole e inchiostro, ipotizzando connessioni con i saraceni oppure semplicemente uno degli ultimi nuclei di paganesimo che sappiamo essere sopravvissuto sino all’alto medioevo nelle vallate alpine.

Peculiare, una volta giunti a Bobbio Pellice, è il toponimo Abses (d’Amunt e d’Aval).

Decisamente più italianizzato appare invece il villarese Fienminuto, forse volto ad indicare una zona prativa che seppur di modeste dimensioni era particolarmente fertile.

Praferrero, oltrepassato il Rospard, pare trarre il nome dai proprietari della borgata oppure potrebbe derivare nuovamente (come la Ferrera di cui sopra) dalla zona prativa.

Curioso, invece, l’Inverso Rolandi a Torre Pellice. Sia perché d’apprima passa su un ponte che vede il proprio nome abbreviato dalla comune vulgata: ponte Albertenga è invece comunemente noto come ponte della Bertenga. Inoltre tutto l’inverso pare trarre il suo nome dalla borgata Roland, mentre invece esso collega un numero enorme di località e borgate quali Jallà (dal nome di chi ivi abitò in tempi remoti), Pra le Brue (indice di una zona prativa ma in forte pendenza), Pra di Gay (prato delle ghiandaie, ma anche dei Gay intesi quali nome proprio di famiglia), Budrù, Costa Lurens (anche qui intesa quale costa o costone dei Lurens o Lorenzo).

Decisamente meno problemi desta Pralafera, storicamente noto quale sito dell’antica fiera medievale che si teneva a Luserna e che si stanziava sui prati pianeggianti lungo il Pellice.

In Bricherasio, poi, quando il torrente diviene fiume, i toponimi iniziano a sfumare verso il dialetto piemontese. Se Calliera pare legata a uno dei nomi propri più comuni della zona, Batur e Pentura indicano infatti due mestieri: i battitori e i tintori.

Giaire, invece, indica – traendolo dal piemontese – la presenza di una zona ghiaiosa se non sabbiosa in prossimità del fiume.

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